DeoQuest and TweetignwithGOD

 

All Questions
prev
Precedente:4.13 Cos’è il peccato?
next
Seguente:4.15 Cos’è un santo?

4.14 Gesù perdona, ma come posso perdonare me stesso e gli altri?

La chiamata alla santità

Tutti commettono errori. probabilmente ti irriti frequentemente a causa delle debolezze o colpe di qualcuno, e gli altri certamente si irritano quando tu commetti un errore. In queste occasioni è meraviglioso se puoi sperimentare il perdono di qualcuno.

A volte può essere estremamente difficile perdonare. In queste situazioni è molto importante capire che Gesù perdona sempre, tutte le volte che è necessario. Scopri quanto anche tu puoi raggiungere questo livello di perdono, e trovi la libertà perdonando gli altri!

 

Accetta pienamente il perdono di Dio. Lui conosce tutto: quando perdona, sei davvero perdonato. Adesso puoi perdonare te stesso e gli altri.
La saggezza della Chiesa

Come raggiunge l'uomo la beatitudine?

L'uomo raggiunge la beatitudine in virtù della grazia di Cristo, che lo rende partecipe della vita divina. Cristo nel Vangelo indica ai suoi la strada che porta alla felicità senza fine: le Beatitudini. La grazia di Cristo opera anche in ogni uomo che, seguendo la retta coscienza, cerca e ama il vero e il bene, ed evita il male. [CCCC 359]

Perché le Beatitudini sono importanti per noi?

Le Beatitudini sono al centro della predicazione di Gesù, riprendono e portano a perfezione le promesse di Dio, fatte a partire da Abramo. Dipingono il volto stesso di Gesù, caratterizzano l'autentica vita cristiana e svelano all'uomo il fine ultimo del suo agire: la beatitudine eterna. [CCCC 360]

Quali norme la coscienza deve sempre seguire?

Ce ne sono tre più generali: 1) non è mai consentito fare il male perché ne derivi un bene; 2) la cosiddetta Regola d'oro: « Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Mt 7,12); 3) la carità passa sempre attraverso il rispetto del prossimo e della sua coscienza, anche se questo non significa accettare come un bene ciò che è oggettivamente un male. [CCCC 375]

La Sacra Scrittura conosce una via per raggiungere la felicità?

Raggiungiamo la felicità se confidiamo nelle parole di Gesù nelle Beatitudini.

Il Vangelo è una promessa di felicità per tutte le persone che desiderano percorrere le vie di Dio. Nelle beatitudini in primo luogo (Mt 5, 3–12), Gesù ha detto concretamente che una benedizione infinita si posa su coloro che ne imitano la vita e ricercano la pace con cuore puro. [Youcat 282]

Cosa dicono le Beatitudini?

"Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.

Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi." (Mt 5, 3–12) [Youcat 283]

La parola del Papa

Come scrive l'apostolo san Giovanni, «se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati» (1Gv 1,8s). Queste parole ispirate, scritte agli albori della Chiesa, avviano meglio di qualsiasi altra espressione umana quel discorso sul peccato, che è strettamente connesso con quello sulla riconciliazione. Esse colgono il problema del peccato nel suo orizzonte antropologico, in quanto parte integrante della verità sull'uomo, ma lo inseriscono subito nell'orizzonte divino, nel quale il peccato è confrontato con la verità dell'amore divino, giusto, generoso e fedele, che si manifesta soprattutto col perdono e la redenzione. [Papa Giovanni Paolo II, Riconciliazione e Penitenza, n. 13]